domenica 20 marzo 2022

L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai ha partecipato alla veglia ecumenica, insieme ad altre religioni, in occasione della XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.[1]

La stupenda Basilica di Santa Chiara, a Napoli, ha ospitato centinaia di familiari di vittime innocenti provenienti da tutta Italia, e tutti i rappresentanti delle diverse religioni hanno letto a voce alta il lunghissimo elenco di nomi delle vittime.

L’atmosfera maestosa ma inquietante della gotica basilica e il gelo dei suoi magnifici marmi veniva attutita solo dalla presenza indomita dei familiari delle vittime, che con la loro testimonianza affermavano il diritto della libertà e della giustizia di esistere, e scaldavano i cuori. Erano loro i protagonisti, e avevano percorso chilometri per non dimenticare. Li guardavo tutti uno per uno dal presbiterio, dove seguivo insieme ai rappresentanti delle altre religioni, con i loro cartellini al collo che li distinguevano dai turisti che curiosavano. Erano centinaia. Ho sperato che fossero diventati felici nonostante i loro lutti, mi sono emozionata e ho recitato sempre daimoku dietro la mascherina. Alla fine della cerimonia, mentre stiamo uscendo, mi si avvicina una giovane donna, anche lei col suo cartellino al collo, aveva perso il padre 25 anni fa. Eppure nei suoi occhi vedo subito una scintilla di genuina felicità quando mi giro al suo richiamo. “Salve, sono un membro della Soka Gakkai, non sa che gioia sapere che ci siete anche voi fra le altre religioni a sostenerci, volevo ringraziarvi! Sono anni che pratico per creare ponti fra Libera e la Soka Gakkai, se determiniamo la vittoria sono certa che riusciremo a parlare ai cuori persino dei criminali’’. Questa meravigliosa responsabile di gruppo e referente giovani mamme di capitolo, mi racconta che sì, lei è riuscita a diventare felice, ha trasformato il suo dolore e la sua rabbia in testimonianza e impegno quando ha incontrato l’associazione Libera e poi ha toccato quel dolore profondo e lo ha trasformato quando ha iincontrato la pratica buddista, una decina di anni fa. Ci tiene a presentarci anche un’altra donna membro lì presente, stavolta dello staff di Libera. Ci salutiamo senza formalità, come se ci conoscessimo da sempre. Mi lascia una sensazione di gioia, questo incontro. Mentre cammino per i brulicanti vicoli del centro storico mi scrollo il gelo gotico di Santa Chiara da dosso ad ogni passo, mi sa che a casa mi porto solo questa sensazione bella. Di speranza. E mi porto anche un’altra cosa: all’ingresso i ragazzi di Libera ci hanno regalato un pacchettino di semi. Sull’involucro c’è scritto: Hanno provato a seppellirci. Non sapevano che eravamo semi.    


[1] Nell’occasione Libera ha presentato Vivi, un archivio multimediale, aperto e accessibile a tutti, dove sono raccolte tutte le storie delle oltre 1000 vittime innocenti delle mafie, arricchito con testimonianze, ricordi, aneddoti, album di famiglie e interviste dei familiari. https://vivi.libera.it/

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